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Dario Gargiulo

IL GIOIELLO COME OPERA DEL SUBLIME : L'artista orafo plasmatore di emozioni - Dario Gargiulo Skip to content

IL GIOIELLO COME OPERA DEL SUBLIME : L’artista orafo plasmatore di emozioni

Il design, in ogni sua forma, è la ricerca di un’emozione.

Ma per me, questa ricerca va oltre il semplice concetto di “bellezza”. È un viaggio interiore che mi porta verso qualcosa di più grande, qualcosa che mi affascina profondamente e che, nel mio lavoro di designer di gioielli, cerco di catturare e trasformare in forma fisica: il sublime. Non mi limito a disegnare forme, ma plasmo emozioni.

Non è un caso che io provi un’attrazione irresistibile per la forza bruta della natura e della vita. Quando mi trovo in pieno vento, nel mezzo di una tempesta, non provo solo un senso di pace, ma anche un profondo rispetto per una forza che mi trascende. Allo stesso modo, sono affascinato dal mistero e dalla caducità della vita, che osservo con un senso di rispetto. E, ancora, c’è il fascino per i relitti sommersi, dove la storia e la natura si incontrano in un’unica, maestosa rovina.
Questo non è un interesse morboso, ma una profonda esplorazione del “sublime dinamico”.

La psicoterapia ci insegna che il nostro inconscio spesso è affascinato dai temi della vita e della morte, e dalla nostra stessa vulnerabilità. Questo fascino per il sublime è un modo per il nostro inconscio di elaborare la paura e l’incertezza, trasformando la minaccia in un’esperienza estetica che ci fa sentire vivi, resilienti e, in un certo senso, elevati. Come creatore, non sono semplicemente un tecnico, ma un interprete di queste sensazioni universali.
Questa mia esperienza emotiva, che è il mio punto di partenza creativo, ha sempre avuto un ruolo cruciale nella storia del gioiello.

Il gioiello nella storia: la forza del sublime plasmata dall’artista

Il gioiello, fin dall’antichità, non è mai stato solo un ornamento. È sempre stato un simbolo di potere, di credenze e di emozioni. Il suo scopo più profondo è sempre stato quello di trasmettere un senso di grandezza che va oltre la semplice perfezione. Il designer, l’orafo, è sempre stato un plasmatore di queste emozioni.

L’Antichità e la devozione: I gioielli non erano solo belli, ma erano talismani, amuleti che celebravano la vita e la morte. I designer di quell’epoca creavano gioielli che ispiravano un senso di soggezione, un umile rispetto di fronte a una forza divina. Erano i mediatori tra il terreno e il trascendente.

Barocco e Romanticismo: Durante il Barocco, i designer creavano gioielli grandiosi, quasi esagerati, per esprimere la magnificenza infinita di Dio. Nel periodo Romantico, l’attenzione si spostò sulla natura selvaggia, sul potere dei paesaggi e sull’inevitabilità della morte. I gioielli da lutto non erano macabri, ma il risultato di un designer che cercava di trasformare il tabù della morte in un’opera d’arte, gestendo il dolore e onorando il sublime della fine della vita.

Art Nouveau e Modernismo: L’Art Nouveau, con le sue forme sinuose e organiche, cercò di catturare la forza misteriosa e sensuale della natura. Designer come René Lalique erano maestri nel creare gioielli che non rappresentavano solo una farfalla, ma il suo spirito vitale. Erano loro i veri plasmatóri, capaci di dare forma all’essenza stessa della vita.

L’era contemporanea: Oggi, il designer di gioielli ha una libertà senza precedenti. Non siamo solo artigiani, ma esploratori del “sublime” non solo nella natura, ma anche nei temi sociali. I designer contemporanei creano gioielli che rappresentano un’anima, un corpo, una caducità. Usano materiali contrastanti, come l’oro e il ferro, per creare una perfetta metafora della nostra ricerca del sublime: la coesistenza di bellezza e imperfezione, di forza e di fragilità.

L’artista e il gioiello: la mia filosofia

Come designer, il mio lavoro è tradurre queste sensazioni in qualcosa di tangibile e significativo. Non sono semplicemente un creatore di oggetti, ma un interprete di emozioni.

L’ispirazione dalla tempesta: Dal vento e dalla sua forza nascono superfici irregolari, metalli che sembrano piegati da una forza invisibile. Non sono oggetti perfetti, ma portano con sé l’essenza stessa della natura. Le forme sono dinamiche, irregolari, asimmetriche, perché la vita, come la natura, non è mai statica.
L’ispirazione dalla trasformazione: I miei gioielli non parlano di morte, ma di trasformazione. Un metallo che porta i segni dell’ossidazione mi ricorda che la bellezza si trova anche nel ciclo della vita. Un ciondolo che sembra una foglia consumata dal tempo mi ricorda che ogni fine è anche un inizio. E un’unione di materiali in contrasto mi fa riflettere sulla convivenza tra l’eterno e il fugace.

La mia ricerca del sublime non è un semplice stile, ma il cuore della mia filosofia. È la convinzione che i gioielli non devono solo abbellire, ma devono anche raccontare una storia: la storia della nostra esistenza, della nostra fragilità e della nostra capacità di trovare la bellezza anche nelle forze più travolgenti. I miei gioielli sono una celebrazione della vita in tutte le sue sfumature, un promemoria costante che il sublime non è solo nelle tempeste o nelle profondità marine, ma anche in ogni piccolo, imperfetto, prezioso dettaglio del nostro essere.
Come designer, il mio ruolo è cogliere queste forze e plasmarle, per creare gioielli che non siano solo belli, ma che abbiano un’anima.